Paola Scarcella, Professore II fascia (Settore Scientifico-disciplinare MED/42) presso il Dipartimento di Scienze Umane dell’Università LUMSA, Roma
Titoli
27 ottobre 1987: laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma con 110/110 e lode con la tesi: "L'assistenza e il controllo del dolore nei malati terminali: organizzazione dei servizi. Realtà internazionali e prospettive italiane”.
Nel 1987 ha vinto il concorso bandito dall'Istituto Italiano di Medicina Sociale, per un lavoro di ricerca sul tema "Aspetti medici e sociali del dolore", lavoro che è stato pubblicato come monografia dell’Istituto Italiano di Medicina Sociale.
Negli anni 1988-1989 e 1989-1990 titolare di una borsa di studio, della Regione Lazio per una Ricerca finalizzata sul tema "Valutazione organizzativa ed economica dei servizi di igiene e sanità pubblica" finalizzata a censire tutti i servizi di Igiene Pubblica operanti sul territorio regionale
24 giugno 1991: diploma di Specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva indirizzo Sanità Pubblica presso la Scuola di Specializzazione dell'Università Cattolica del Sacro Cuore con 50/50 e lode con la tesi "L'attività di formazione degli operatori dei servizi di igiene pubblica: il modello della pedagogia attiva".
Luglio 1991 ha vinto il concorso dell'Istituto Superiore di Sanità per 80 borse di studio finalizzate alla lotta all'AIDS con un programma di ricerca sull'assistenza extraospedaliera ai malati di AIDS, borsa di studio prorogata fino al dicembre 1993.
4 giugno 1993: Master in "Epidemiologia dei Servizi Sanitari" presso l'Università Tor Vergata di Roma con una tesi sulle “Necessità socio-assistenziali di pazienti infetti da HIV e malati di AIDS”.
13 Gennaio 1997: dottorato di ricerca in Epidemiologia e Microbiologia presso l'Università di Roma "La Sapienza", con una tesi dal titolo " La valutazione funzionale multidimensionale: studio sulla popolazione anziana a Ragusa".
Nel 2000-2001 in collaborazione con la ASL RM E ha pianificato e coordinato un’indagine sulle capacità funzionali e le necessità assistenziali della popolazione anziana residente nel territorio della ASL; di tale indagine ha progettato il disegno dello studio, curato l’addestramento degli operatori all’uso dei questionario Grauer ed OARS per la valutazione degli anziani e coordinato le varie fasi dello studio.
Nel 2002-2003 ha partecipato, in qualità di epidemiologo al Progetto Europeo Equal SIS 328 “Studio e sperimentazione di modelli integrati di servizi socio-sanitari territoriali”, coordinando un lavoro di ricerca dal titolo “Valutazione delle condizioni socio-sanitarie e delle necessità assistenziali della popolazione anziana della Asl RM D e Viterbo”.
Nel 2004 vince il concorso per ricercatore a tempo indeterminato (confermata dal 2007) del Settore MED/42 presso il Dipartimento di Sanità Pubblica (ora Dipartimento di Biomedicina e Prevenzione) dell’Università degli studi di Roma Tor Vergata.
Dal 2004 è socia della Società Italiana di Igiene e Medicina Preventiva.
Dal 2013 fa parte del Collegio dei Docenti del Dottorato in Scienze infermieristiche e Sanità Pubblica dell’Università di Tor Vergata.
Dal 2013 è socia dell’Accademia Romana di Sanità Pubblica (attuale Roman Academy of Public Health), che raccoglie gli igienisti romani e si propone la promozione e la divulgazione delle scienze di sanità pubblica, sviluppando attività di ricerca, comunicazione e formazione.
Nel 2016 è stata eletta a far parte della Giunta di Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Di Tor Vergata per il triennio 2016-2019.
Dal 2020 è professore di II fascia del Settore MED/42 presso il Dipartimento di Biomedicina e Prevenzione dell’Università degli studi di Roma Tor Vergata.
Dal 2024 è professore di II fascia Settore MED/42 presso il Dipartimento di Scienze Umane dell’Università LUMSA di Roma.
E’ autrice di oltre 180 fra articoli scientifici, comunicazioni a convegni nazionali e internazionali e varie monografie di carattere didattico
H Index 17 (Scopus); 1004 citazioni (Scopus)
Lingua Straniera: inglese, portoghese.
Attività scientifica e professionale
L’attività scientifica si è concretizzata nella partecipazione a diversi progetti di ricerca nazionali ed internazionali e nella produzione di oltre 180 pubblicazioni scientifiche fra peer reviewed articles, contributi a convegni scientifici nazionali e internazionali e monografie di carattere didattico. Tale attività si è svolta prevalentemente nell’ambito del Dipartimento di Sanità Pubblica e B.C. e attualmente in quello di Biomedicina e Prevenzione dell’Università di Roma Tor Vergata con il quale collabora dal 1989.
Costante è stata anche sin dal 1996 la collaborazione con la Facoltà di Scienze della Formazione (attuale Dipartimento di Scienze Umane) della Università LUMSA di Roma, nell’ambito della quale ha svolto attività didattica e partecipato sin dal 2001 a vari progetti di ricerca sulla valutazione delle condizioni di salute e delle necessità assistenziali di popolazioni anziane e a programmi di valutazione dello stato nutrizionale di soggetti infetti da HIV/AIDS in paesi a risorse limitate.
Sempre nell’ambito delle attività di ricerca alla LUMSA, ha partecipato a progetti finalizzati alla messa a punto e realizzazione di programmi di educazione alimentare rivolti a popolazioni infantili con l’obiettivo della prevenzione di stati di sovrappeso e obesità nell’infanzia. Inoltre si è occupata anche di corretta alimentazione delle popolazioni anziane, con l’obiettivo della promozione della salute e della sana alimentazione anche in questa fascia di età .
Dal 2001 collabora alle attività del programma DREAM, programma di lotta all’AIDS in Africa Sub-Sahariana, attivo in 10 paesi africani, in qualità di docente di Sanità Pubblica e epidemiologia della malnutrizione in vari corsi di formazione internazionali per personale sanitario.
DREAM ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti nazionali ed internazionali tra cui il prestigioso Premio Balzan “Per l’umanità, la pace e la fratellanza tra i popoli”, edizione 2004 e, da parte della Global Business Coalition, l’Award 2008 for Community Philantropy HIV/AIDS a New York.
Nell’ambito del programma ha curato l’organizzazione e il coordinamento di numerosi corsi di formazione sul “Trattamento dell’infezione da HIV in Africa” rivolti a medici e altro personale sanitario, svoltisi in vari paesi africani, corsi accreditati nell’ambito del programma di Educazione Continua in Medicina del Ministero della Salute Italiano.
Ha inoltre organizzato e partecipato in qualità di formatore a numerosi corsi rivolti a personale di base non sanitario, in particolare in tema di Nutrizione e salute.
Sempre nell’ambito del programma DREAM è responsabile del Dipartimento di Nutrizione e si occupa del monitoraggio della salute e dell’alimentazione dei bambini ed ha curato la messa a punto di protocolli per la prevenzione e il trattamento della malnutrizione infantile, con l’obiettivo di identificare precocemente stati di malnutrizione acuta e cronica nei bambini e trattarli in modo adeguato.
Inoltre ha preso parte alle attività di vari progetti realizzati da DREAM in collaborazione con enti nazionali e internazionali.
Nell’ambito delle attività del Dipartimento di Biomedicina e Prevenzione è stata costante l’attività di ricerca sull’invecchiamento della popolazione, la valutazione della fragilità e lo studio di nuovi modelli di assistenza per la popolazione anziana.
Dal 2022 collabora all’attività del gruppo di lavoro multidisciplinare per favorire l’implementazione di politiche finalizzate all’invecchiamento sano ed attivo della popolazione. In tale contesto l’Università di Tor Vergata è divenuta Sito di Riferimento Europeo per le Politiche di Invecchiamento Sano ed Attivo “Roma – Tor Vergata”: si tratta di un riconoscimento conferito dal Reference Sites Community Network (RSCN), un organismo promosso dalla Commissione Europea.
Nell’ambito delle attività del Reference Site è responsabile dell’organizzazione delle Giornate della Prevenzione per l’Invecchiamento Sano e Attivo , all’interno delle quali cura gli aspetti relativi alla prevenzione della malnutrizione e della sarcopenia. Tale filone di ricerca operativa è affiancato dalla collaborazione ai gruppi di lavoro Europei collegati al RSCN: in particolare al gruppo di lavoro A3 “Lifespan Health Promotion & Prevention of Age-Related Frailty and Diseases”.
Aree di ricerca:
Epidemiologia della terza età, transizione demografica, epidemiologica, assistenziale
La candidata porta aventi questo filone di ricerca fin dall’inizio della sua attività scientifica in maniera costante. Hanno costituito prevalenti campi di interesse l’epidemiologia dell'invecchiamento, le grandi transizioni demografica, epidemiologica ed assistenziale, la valutazione multidimensionale della salute e l'analisi dei bisogni assistenziali di gruppi di popolazione; la pianificazione e l'organizzazione dei servizi sanitari; la formazione degli operatori in sanità pubblica.
Obiettivo principale di questi studi è stato mettere a fuoco la transizione assistenziale, cioè il necessario cambiamento dell’offerta dei servizi assistenziali che fa seguito ai cambiamenti demografico-epidemiologici avvenuti in Italia nel corso del XX° secolo. L’attività di ricerca si è concentrata nel settore della valutazione della domanda assistenziale e dei suoi determinanti. In particolare sono stati approfonditamente indagati i trend storici della disabilità in Italia e nei maggiori paesi occidentali, l’evoluzione della domanda di assistenza, i cambiamenti in corso nell’offerta di assistenza ospedaliera e le sue inevitabili ricadute sulla realtà extra-ospedaliera.
Da anni si occupa di valutazione funzionale multidimensionale, dell'uso delle differenti scale di valutazione e delle soluzioni assistenziali alternative all'istituzionalizzazione con particolare riferimento alla valutazione di efficacia ed efficienza dell'assistenza domiciliare di tipo sociale e sanitario.
Si è occupata sin dall’inizio degli anni ’90 dello stato di avanzamento del Progetto Obiettivo "Tutela della salute dell'anziano" in Italia con particolare riferimento alla diffusione e attivazione delle Unità di Valutazione Geriatriche sul territorio nazionale. Al riguardo già nel 1993 ha effettuato un censimento, tramite questionario postale e telefonico, delle Unità di Valutazione Geriatriche presenti sul territorio nazionale. Tale censimento è poi confluito in una monografia pubblicata nel 1997 .
Ha inoltre curato in prima persona la validazione di una nuova scala di valutazione multidimensionale il VFG (Valutazione Funzionale Geriatrica) o FGE (Functional Geriatric Evaluation), uno strumento multidimensionale di primo livello, finalizzato alla misurazione della fragilità per identificare e classificare gli anziani in base alle loro necessità assistenziali nell’ambito delle cure primarie.
Tale strumento è il risultato dell’adattamento alla situazione italiana della Geriatric Functional Rating Scale di Grauer, una scala di valutazione multidimensionale validata e utilizzata a livello internazionale. Di tale nuovo strumento ha curato i vari adattamenti e la successiva validazione.
Nel quadro della valutazione della domanda assistenziale ha condotto diverse indagini nelle città di Ragusa, Catanzaro, Roma, Viterbo, Napoli e Novara ed ha partecipato alla elaborazione e valutazione dei risultati di altrettanti studi dal 1994 fino agli ultimi anni.
Nel 1994 ha partecipato alla realizzazione di uno studio sulla popolazione anziana della città di Ragusa. Il follow-up a 5 anni di questo studio ha permesso la validazione del VFG.
Nel 2000-2001 ha pianificato e coordinato un’indagine sulle capacità funzionali e le necessità assistenziali della popolazione anziana residente nel territorio della ASL RME. Di tale indagine ha progettato il disegno dello studio, curato la formazione e l’addestramento degli operatori all’uso del questionario Grauer e seguito le varie fasi dello studio.
Nel 2002-2003 ha partecipato al gruppo di lavoro promosso dall’Agenzia di Sanità Pubblica, in qualità di esperto epidemiologo, per la prevenzione delle cadute negli anziani ed ha collaborato alla redazione degli opuscoli sulla prevenzione delle cadute, indirizzati ai medici di medicina generale e ai pazienti e ai loro familiari, nonché all’attività di formazione dei medici di medicina generale.
Nel 2002-2003 nell’ambito del Progetto Europeo Equal SIS 328 “Studio e sperimentazione di modelli integrati di servizi socio-sanitari territoriali per la valutazione delle necessità assistenziale e l’implementazione dei necessari servizi” ha pianificato e coordinato uno studio sulla “Valutazione delle condizioni socio-sanitarie e delle necessità assistenziali della popolazione anziana della Asl RMD e Viterbo”.
Nel 2014 ha coordinato la prima indagine randomizzata di valutazione della domanda assistenziale degli anziani in Regione Lazio.
Varie indagini analoghe sono state condotte successivamente a Roma, Novara e Napoli per la valutazione delle necessità assistenziali di popolazioni anziane e l’efficacia di programmi di monitoraggio della fragilità.
Negli ultimi anni ha collaborato alla realizzazione di una versione breve del VFG, lo Short Functional Geriatric Evaluation per valutare i vari aspetti della fragilità negli anziani. Di tale strumento è stato anche testato il valore predittivo per individuare il rischio di mortalità, ospedalizzazione e istituzionalizzazione in anziani residenti al proprio domicilio.
Un ulteriore filone di ricerca è quello dello studio delle caratteristiche e dei trend dell’assistenza ospedaliera agli anziani che ha permesso di mettere in evidenza come tali trend siano indipendenti dallo sviluppo di modalità di assistenza sul territorio, ma siano invece collegati a direttive di politiche sanitarie condizionate prevalentemente dalla necessità di ridurre costi e servizi.
Dal 2022 collabora all’attività del gruppo di lavoro multidisciplinare per favorire l’implementazione di politiche finalizzate all’invecchiamento sano ed attivo della popolazione. In tale contesto l’Università di Tor Vergata è divenuta Sito di Riferimento Europeo per le Politiche di Invecchiamento Sano ed Attivo “Roma – Tor Vergata”: si tratta di un riconoscimento conferito dal Reference Sites Community Network (RSCN), un organismo promosso dalla Commissione Europea.
Nell’ambito delle attività del Reference Site è responsabile dell’organizzazione delle Giornate della Prevenzione per l’Invecchiamento Sano e Attivo , all’interno delle quali cura gli aspetti relativi alla prevenzione della malnutrizione e della sarcopenia. Tale filone di ricerca operativa è affiancato dalla collaborazione ai gruppi di lavoro Europei collegati al RSCN: in particolare al gruppo di lavoro A3 “Lifespan Health Promotion & Prevention of Age-Related Frailty and Diseases”.
Infine l’analisi dei rapporti tra ospedale e territorio ha dato vita ad alcune pubblicazioni specifiche che contribuiscono a comporre il quadro di un’attività scientifica tesa a documentare e, per quanto possibile, ad indirizzare o sviluppare forme di Long Term Care adeguate alla nuova domanda di assistenza espressa dalla popolazione. Negli ultimi anni la candidata ha partecipato ad un serie di studi sull’analisi di nuovi modelli di assistenza territoriale basati sul monitoraggio attivo degli ultra75enni e sul management della fragilità a livello comunitario con interventi di tipo socio-sanitario integrati. In particolare è stato analizzato l’impatto delle emergenze (ondate di calore, Epidemia da SARS-CoV-2) e la funzione protettiva nei confronti del rischio di morte e di uso dei servizi ospedalieri e dei servizi territoriali socio-sanitari integrati di nuova concezione. Si tratta di un filone estremamente promettente e logico sviluppo delle acquisizioni scientifiche legate all’attività della candidata in questo campo (valutazione della fragilità bio-psico-sociale e suo impatto sulla qualità della vita e sulla sopravvivenza di soggetti anziani) nei due decenni precedenti.
Epidemiologia e sanità pubblica per il controllo dell’epidemia da HIV/AIDS in paesi a risorse limitate.
L’attività della candidata si è focalizzata su questo tema fin dal 2002, anno di inizio delle attività del programma DREAM (Drug Resource Enhancement against AIDS and Malnutrition), al quale ha contribuito sia in qualità di formatore che come valutatore dell’impatto scientifico. Inizialmente l’attenzione si è diretta a valutare la fattibilità, sia in termini di processo che di esiti, in paesi a risorse limitate quali il Mozambico ed il Malawi, di programmi in tutto analoghi a quelli realizzati in paesi sviluppati. Infatti all’epoca tali programmi erano praticamente inesistenti in Africa sub-Sahariana. La messa a punto di protocolli ad hoc, la selezione dei criteri di accesso alle terapie, la valutazione delle problematiche legate all’aderenza dei pazienti alle terapie, l’impatto sulla malnutrizione e sulla sopravvivenza di adulti e bambini dei programmi di cura rappresentano i settori nei quali maggiore è stato il contributo della candidata.
Nell’ambito delle attività del programma DREAM (Drug Resource Enhancement against AIDS and Malnutrition), ha studiato il legame intercorrente fra HIV e malnutrizione, anche mediante la valutazione dello stato nutrizionale di pazienti HIV positivi e dei bambini HIV esposti. Ha anche indagato l’effetto negativo che altre infezioni, in particolare la malaria, possono avere sulla crescita dei bambini HIV esposti, provocando ritardo nello sviluppo e mettendo il luce il circolo vizioso fra malnutrizione e malaria. Particolare attenzione è stata data anche allo studio della velocità di crescita come strumento per indicare tempestivamente stati di malnutrizione e ritardo nella crescita nei bambini e mettere in atto precocemente interventi di prevenzione e trattamento della malnutrizione.
La valutazione di protocolli per il monitoraggio e il trattamento della malnutrizione infantile, l’educazione sanitaria delle madri in particolare nel periodo dello svezzamento per migliorare lo stato nutrizionale dei bambini sono stati campi di studio. Particolare attenzione è stata rivolta alla valutazione dello stato nutrizionale di bambini HIV esposti e all’effetto della malnutrizione sullo sviluppo motorio dei bambini.
Nel quadro dello studio dell’interazione fra HIV e malnutrizione e sull’implementazione di modelli originali per fronteggiare questo circolo vizioso, nell’ambito del gruppo di lavoro legato al Dipartimento di Biomedicina e Prevenzione dell’Università di Roma Tor Vergata, è da segnalare la proficua collaborazione con organizzazioni internazionali quali il World Food Program, dalla quale è nato un interessante case-study, che ha avuto come oggetto il modello di intervento nutrizionale del programma DREAM e i suoi risultati.
Grande rilevanza è stata data allo studio della prevenzione della trasmissione verticale dell’infezione da HIV, studiando nuovi protocolli di trattamento delle donne in gravidanza. Nel corso del decennio 2000-2010 si è infatti sviluppata a livello internazionale una lunga discussione scientifica che ha visto confrontarsi diversi approcci alla prevenzione verticale, più o meno articolati dal punto di vista della tipologia e della combinazione dei farmaci da usare, dei criteri di selezione per l’accesso alle cure, e della durata delle cure stesse (solo al parto, solo fino al parto o tutto il periodo della gravidanza e dell’allattamento o infine long life). L’attività di ricerca è stata finalizzata ad indagare l’impatto della terapia antiretrovirale sulla trasmissione madre-bambino, sulla salute dei bambini allattati da madre sieropositiva trattata con antiretrovirali, e sulla salute della madre in termini sia di mortalità che di stato nutrizionale e parametri antropometrici e di eventuale resistenza agli antiretrovirali stessi.
Negli anni ha disegnato e condotto numerosi programmi di educazione alla salute e in particolare di educazione alimentare rivolti sia a personale sanitario che a operatori di base in numerosi paesi africani.
Nel corso degli anni ha anche condotto numerose ricerche nel campo dell’educazione sanitaria e alimentare e interventi educativi nei confronti di popolazioni di paesi in via di sviluppo, soprattutto in Mozambico e Malawi.
A fianco della ricerca applicata si colloca l’intensa attività di formazione e di educazione alla salute svolta negli anni e rivolta a personale sanitario europeo e africano (medici, infermieri, biologi e tecnici di laboratorio) ma anche a personale di base, nei numerosi corsi di formazione organizzati e coordinati sin dal 2000 e fino agli anni più recenti.
Valutazione multidimensionale della salute di soggetti fragili affetti da patologie invalidanti
Nell’ambito dell’utilizzo di strumenti di valutazione multidimensionale, si è occupata non solo di popolazioni anziane, ma anche della valutazione delle necessità assistenziali di altri gruppi di popolazione, preparando e utilizzando strumenti specifici.
Nell'ambito del Progetto AIDS ‑ Sottoprogetto Assistenziale" promosso dal Ministero della Sanità, ha fatto parte sin dal 1991 del gruppo di lavoro multidisciplinare della Cattedra di Igiene dell'Università Tor Vergata e si è occupata dello studio dei bisogni della popolazione infetta da HIV mediante l'utilizzo di un questionario di valutazione funzionale multidimensionale, creato ad hoc modificando il questionario OARS (Older Americans Resources and Services) della Duke University.
Nel 1998-1999 in collaborazione con l'associazione VIDAS di Milano ha svolto un lavoro di ricerca sulla valutazione funzionale multidimensionale dei malati di cancro in fase terminale e delle loro necessità assistenziali per la preparazione di un questionario ad hoc per questi soggetti, modificando il questionario OARS della Duke University per adattarlo alle specifiche necessità di questi pazienti.
Valutazione dello stato nutrizionale di popolazioni in età infantile
Ha condotto vari programmi di valutazione dello stato nutrizionale ed interventi educativi in età scolare a Roma e in particolare contesti di fragilità sociale volti a valutare le abitudini alimentari e lo stato nutrizionale dei bambini. Le indagini sono state condotte attraverso la valutazione alimentare (con l’utilizzo di strumenti quali il 24 hour food recall e l’atlante alimentare) e la valutazione antropometrica dei bambini. Hanno fatto seguito anche programmi di educazione alla corretta alimentazione rivolti sia ai bambini che alle famiglie e formazione degli insegnanti sui temi della corretta alimentazione.
Elaborazione e conduzione di programmi di educazione sanitaria
Si è sempre dedicata alla realizzazione di vari programmi di educazione sanitaria in differenti contesti e nei confronti di diversi gruppi di popolazione. Sin dall’inizio della sua attività ha organizzato programmi educativi sulla corretta alimentazione per la popolazione anziana, partendo anche delle difficoltà di alimentazione legate alle modifiche dell’organismo anziano (problemi dentari) fino alle sessioni di educazione alla corretta alimentazione tenute nell’ambito delle Giornate della Prevenzione nel 2023 e alla realizzazione di un opuscolo ad hoc sui “Consigli per una sana alimentazione”.
Sempre nei confronti della popolazione anziana nell’ambito del gruppo di lavoro promosso dall’Agenzia di Sanità Pubblica, in qualità di esperto epidemiologo, ha partecipato alla ideazione e realizzazione di vari opuscoli per la prevenzione delle cadute negli anziani, indirizzati sia ai medici di medicina generale che ai pazienti e ai loro familiari.
Amplissima è stata l’attività di educazione sanitaria svolta nell’ambito del programma DREAM, rivolta alla popolazione generale soprattutto femminile e ad operatori di base soprattutto sui temi della prevenzione verticale, della salute della coppia madre-bambino e della promozione della corretta alimentazione e della crescita sana del bambino. Ha svolto numerosi corsi di educazione sanitaria in vari paesi africani (Mozambico, Malawi, Guinea, Kenia, Tanzania), seguendo le regole di una didattica interattiva ed educazione alla salute con metodi di “peer education” e “role playing”.
Anche in Italia numerosi sono stati gli interventi nelle scuole sin dall’inizio della sua attività scientifica, volti a prevenire stati di sovrappeso e obesità nei bambini e a promuovere la sana alimentazione. L’intervento più articolato è stato realizzato in una scuola del VI Municipio di Roma (il più giovane ed uno dei più fragili socialmente della capitale) con sessioni di formazione per gli insegnanti, incontri-seminari con i genitori e interventi più specificatamente rivolti ai bambini. A questi ultimi è stata fatta una valutazione dello stato nutrizionale sia attraverso la valutazione antropometrica che dell’intake alimentare e sessioni educative con giochi e mini-lezioni sulla corretta alimentazione.